Che valore ha una fotografia?
E’ solo un mero costo di produzione o valgono qualcosa anche le emozioni che porta con sé?
Vi siete mai domandati, al di là del prezzo che può chiedere un professionista per uno scatto fotografico, o togliendo il costo dell’ultimo cellulare super performante che utilizzate, come si calcola il valore di una fotografia?
Io lo calcolo in pezzi di memoria.
Avete mai fatto caso che tutti i momenti della vostra vita che sono nitidi nella vostra memoria, in realtà sono quelli dei quali avete visto un momento in una fotografia?
Io, ad esempio, ricordo persino il dolore che provai, chiudendomi il dito nel portone di casa, quando avevo quattro anni. Ricordo la mia camicetta bianca con il bordino elastico in stile messicano e la gonnellina rossa con i fiori bianchi, i calzettoni ricamati al ginocchio e le scarpette di pezza con gli occhielli sulla punta… Avevo i capelli cortissimi e la faccia imbronciata… Mi faceva male il pollice, che era infasciato, alla meno peggio, con un fazzoletto di stoffa, di quelli che prima tutte le nonne avevano nel reggiseno…
Se non avessi visto da bambina e poi negli anni a venire quella fotografia, pensate che oggi, a distanza di oltre trent’anni, potrei ricordare quella casa, quel portone e… cosa non da poco, che se ti chiudi un dito in una porta fa male, ma proprio tanto male?
Vi è mai capitato di riguardare certe fotografie, come ad esempio quelle scattate al mare, quando eravate bambini e giocavate, magari, tra le onde, di avere la netta percezione di sentirne l’odore? Quel gusto di salsedine tra le labbra e il riecheggiare delle vostre risate che torna alla mente come se foste ancora lì?
Una fotografia la tocchi, la annusi, la guardi, la senti…
C’e’ una sorta di magia in uno scatto che, se tieni aperto il cuore, ti rapisce e ti porta indietro, dove sei stato felice… O, magari dove non lo sei stato per niente, ma sai che ciò che sei oggi lo devi anche a quel momento, a quello scatto, a quel pezzo di tempo che ti si è stampato sotto pelle, dove non lo vedi, ma sai che sta lì, tra la memoria e il cuore,in bilico tra prsente e passato.
Quanto vale, dunque una fotografia?
Quanto il nasino dei tuoi figli, le manine, le smorfie di ognuno di loro meritano di essere salvate dalla morsa del tempo che passa?
Ah se passa il tempo!
Spesso mi domando cosa ne sarebbe del mondo se non esistessero immagini che ricordino cosa è stato di noi ieri e ieri l’altro e a tornare sempre più indietro, fino ai graffiti sui muri nelle caverne.
Persino l’uomo primitivo sapeva di dover lasciare traccia di sè, perchè se non hai un passato, non esisti nel futuro… Eppure, oggi, sembra che l’avere in mano tecnologie semplici per fare una cosa così importante, come scattare una fotografia, abbia lasciato cadere ogni forma di rispetto per un’arte, quella fotografica, che invece merita rispetto, non in quanto praticata da professionisti, da artisti o da chi padroneggia ad arte il mezzo fotografico, no…va rispettata in quanto strumento di narrazione di una vita, di mille vite, di milioni di vite.
Per miliardi di fotografie, così sottovalutate, perchè sempre disponibili, passano emozioni che il cuore non sempre puo’ spiegare, passano persone che non ci sono più, passano abbracci che vorresti ancora sentire, sorrisi che vorresti rivedere.
Il valore di una fotografia è nell’umanità che esprime, nel suo dare consistenza e forma all’impalpabile tempo che passa e consuma tutto, tranne gli attimi impressi in una foto che parlerà al nostro futuro.